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Il cristianesimo come risorsa.

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Ho letto con piacere il libro di François Jullien Risorse del cristianesimo , edito in italiano da Ponte alle Grazie, ed è una lettura che mi sento di raccomandare per diversi motivi.  Un primo motivo di interesse lo traggo dal titolo perché, finalmente, superando una contrapposizione tra atei e credenti - Jullien è un ateo -, si riesce a comprendere che il cristianesimo è una risorsa, ha  delle risorse da vantare. Il filosofo francese spiega questa sua idea abbondantemente nell'opera, mostrando peraltro una grande capacità filologica. Infatti egli rivisita e dialoga con alcuni testi del Vangelo di Giovanni e il suo dialogo stupisce perché alla fine risulta più proficuo di uno studio esegetico.  Un altro motivo di interesse lo traggo dal fatto che, come Jullien mostra, quando si supera certi steccati e la ragione non si manifesta gretta, il guadagno è doppio. In primo luogo perché l'ateo riesce a pensare alcune questioni che per lungo tempo hanno travagliato la filosofia.

Ma più grande è l'amore!

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Dario Cornati , «Ma più grande è l’amore». Verità e giustizia di agape, Queriniana, Brescia 2019, pp. 429, ISBN: 978-88-299-0495-9, € 33,00. È un denso e impegnativo libro l’ultima fatica editoriale di Dario Cornati, sacerdote milanese e docente presso la Facoltà Teologica dell’Italia settentrionale, che mette a tema una questione che sta da diverso tempo a cuore la teologia: l’amore o, per meglio usare il termine usato nell’opera, l’affezione. A partire da un’intuizione lanciata diverso tempo fa da un grande teologo come Hans Urs von Balthasar, per il quale «l’amore è più ampio dell’essere, è il trascendentale in assoluto che riassume la realtà dell’essere, della verità e della bontà» ( Solo l’amore è credibile ), il teologo opera un itinerario nella storia della filosofia che punto dritto ad un ricostruzione «di una metafisica della verità e della giustizia dell’amore, finalmente apprezzato come il nome stesso dell’essere, o se preferite: come il senso più affidabile e il fond

Fede e tecnologia.

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T empo fa ho rilasciato un'intervista sul tema riguardante il rapporto tra fede e tecnologia. In questo post cito un passaggio dell'intervista e metto il link. "Da un lato occorre dire che le nuove tecnologie sono un bene, se usate correttamente. Basta pensare all’enorme possibilità che abbiamo di informarci meglio, cosa del tutto impensabile fino a qualche decennio fa. Dall’altro lato occorre anche affermare che la grande pervasività sta generando degli effetti negativi per ciò che riguarda il rapporto tra uomini in particolare. Questi, infatti, anche a motivo dell’ampio uso dei social ( in primis whatsapp), si stanno raffreddando. Un conto è avere a che fare con una persona “in carne ed ossa”, un conto è rapportarsi con una persona chattando. Un esempio molto banale. A Milano, la città dove vivo, il mattino è facile imbattersi in una scena del genere: un vagone della metro piena di gente, più o meno giovane, curvata sul proprio cellulare. Non si guarda più la ge

A Diogneto.

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Con un gruppo di bravissimi ragazzi stiamo rieditando alcun classici della letteratura cristiana antica, "sforzo" patrocinato dall'Associazione Asina di Balaam e pubblicato dalla Cittadella Editrice. Il nostro primo tentativo di rendere appetibile, con una "nuova" traduzione, un tesoro della Tradizione si è concentrato sulla Lettera a Diogneto , di cui cito un bellissimo e noto passo: " I cristiani abitano nella propria patria ma come forestieri; partecipano a tutto come cittadini e sopportano ogni cosa come stranieri; ogni terra straniera è loro patria e ogni patria è per loro terra straniera. Prendono moglie come tutti e generano figli, ma non rifiutano i neonati. Condividono la tavola, ma non il letto. Sono nella carne ma non vivono secondo la carne. Trascorrono la vita sulla terra, ma hanno la loro cittadinanza in cielo".

O Roma o Cristo

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Una delle ultime fatiche editoriali di Saverio Xeres , sacerdote della diocesi di Como, professore di Storia della Chiesa presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale (sede di Milano), è una documentata ricostruzione della vicenda che ha portato allo scontro tra Lutero e Roma, con la terribile conseguenza dello scisma. In O Roma o Cristo in modo agile si fa capire perché si è arrivati ad uno conflitto che ha dilaniato la cristianità. Senza cedere alla polemica, con uno stile sobrio e godibile, l’autore permette a qualsiasi lettore di prendere coscienza della drammatica scelta che il monaco agostiniano fu costretto a compiere. In occasione del Giubileo della Riforma, proprio in merito a quest’opera abbiamo posto alcune domande al professor Xeres. D:Chi è Martin Lutero? R: Era un frate tedesco, nato nel 1483 nella Germania settentrionale, in Turingia. Figlio di un minatore divenuto piccolo proprietario, venne avviato agli studi giuridici presso l’università di Er

Tra filosofia e teologia: la proposta di E. Falque.

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È un impegnativo saggio quello di E. Falque, professore di Filosofia medievale e di Filosofia della religione all’Institut Catholique di Parigi, che mette a tema il rapporto tra filosofia e teologia. Da anni in Francia si assiste ad un interesse da parte di alcuni filosofi, come J.-L. Marion, M. Henry, J.-L. Chrétien per citarne alcuni, ai temi della teologia. Nell’alveo di quello che è stato definito “il tornante teologico della fenomenologia francese” (D. Janicaud) si inserisce questa opera di Falque, edita in lingua originale nel 2013 e tradotta in italiana dalla Morcelliana. Essa vuole meglio puntualizzare il guadagno per la filosofia di un’indagine riguardante questioni teologiche. L’idea, insomma, contenuta e approfondita in questo volume è che ormai è giunto il tempo di “passare il Rubicone”, superando così quell’estraneità o, nel migliore dei casi, quella funzione ancillare che la filosofia ha avuto nei riguardi della teologia. Come il 10-11 gennaio del 49 a. C. Cesare valic

Per una teologia della carne

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Si deve a due teologi di primo piano nel panorama italiano, come Maurizio Grochi e Pierangelo Sequeri, la creazione e la direzione della collana “I semi teologici di Francesco” presso le Edizioni San Paolo. Essa, come è evidente dal titolo, si prefigge di mostrare la densità teologica del magistero dell’attuale Papa a partire da alcuni argomenti. Appartiene a tale collana l’opera di Pagazzi, sacerdote della diocesi di Lodi, docente di Teologia sistematica alla Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale e docente di Estetica del sacro all’Accademia delle Belle Arti di Brera (Milano), che non vuole solo sottolineare quanto Francesco ha detto (e, forse, ancor più ha fatto) con il suo autorevole magistero, ma anche ‒ cosa più interessante ‒ dialogare con esso rivelando, nel caso specifico, l’importanza della carne per la fede cristiana. Va da sé che, se la carne è il cardine della teologia, occuparsene ed elaborare una “teologia della carne” è questione di vita o di morte. Cristo è ri

Sulla resilienza.

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Ormai entrato nel linguaggio comune, il termine resilienza indica la capacità umana di superare un'avversità, un trauma, una tragedia, uno stress. Ma, avverte Sergio Astori, la resilienza non va intesa tanto come qualcosa di immutabile, quanto come un processo di cambiamento: non si tratta di resistere a un evento negativo senza cadere, quanto piuttosto di cadere e poi rialzarsi, rigenerandosi. E le storie di chi è caduto e poi si è rialzato, abbandonando rabbia e recriminazioni e rinunciando al ruolo di vittima, costituiscono le tappe del viaggio con cui siamo condotti, nel libro, a esplorare i contorni di questo concetto. Resiliente è chi convive con un handicap creando una rete di sostegno interna ed esterna alla famiglia; chi supera una crisi personale riscoprendo parti dimenticate di se stesso; chi risponde alla malattia con la speranza che deriva da un incontro; chi con il dialogo spezza il muro di silenzio creatosi dopo una tragedia collettiva; chi prova a rimetter

Sul potere.

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Si deve ad Alessandro Gamba, professore all’Università Cattolica di Milano, la traduzione per la prima volta in italiano di due conferenze tenute da Paul Tillich nel 1956 alla Hoschule für Pollitik di Berlino raccolte sotto il titolo La filosofia del potere . In anni in cui la categoria del potere, per diversi fattori, diventava scomoda anche in teologia ‒ come parlare di Dio Onnipotente (la Potenza secondo la Scrittura) dopo Auschiwtz? ‒, il teologo tedesco, naturalizzato americano, compie un’operazione teoretica inedita e dà vita ad una riflessione che, a ben vedere, risulta attuale. Ad essere onesti il potere è una categoria che ritorna nell’ampia riflessione di Tillich; pochi anni prima, infatti, aveva pubblicato Love, Power and Justice , ad oggi ancora non tradotta in italiano. In fondo anche nella nostra opera troviamo la tesi che lì aveva sviluppato: amore, giustizia e potere sono tre concetti fondamentali di ogni sistema filosofico (e non solo) che alla radice dell’essere s

Padre nostro

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Ecco il secondo tentativo di rendere appetibili le richezze della Tradizione cristiana. Si tratta di uno primi commenti al Padre nostro , preghiera a tutti noi nota. Cito un passo, sperando di suscitare interesse e voglia di leggere questo bellissimo testo . " Quali misteri religiosi sono contenuti nella preghiera del Signore! Quanti e quanto grandi! Riuniti nella brevità del discorso, ma spiritualmente abbondanti nella virtù, tanto che niente sia trascurato e ignorato nelle nostre preghiere e suppliche, come in un compendio della dottrina celeste".

il tutto nel frammento: un "nuovo" blog?

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Il tutto nel frammento : benvenuto/a nel mio blog! Forse ti starai chiedendo: ma c’è proprio necessità di un blog sulla teologia? A ben vedere diversi sono i blog sulla teologia e alcuni di questi sono anche molto validi. Persone competenti parlano e trattano di teologia. Tuttavia vorrei dare vita ad un’avventura un po’ diversa per tre motivi. Primo: perché vorrei raccogliere materiale già pubblicato e offrirlo al pubblico. Quindi qui sarà possibile trovare qualcosa di me che si trova altrove; è una sorta di "raccoglitore". Secondo: perché il mio intento - spero di riuscirci - è quello di offrire qualcosa di inedito, cioè qualcosa che non si trova nelle riviste specializzate, nei blog più citati e chiacchierati. Io vorrei volare basso ed evitare, inoltre, sterili polemiche contro qualcuno o qualcosa. Terzo: perché credo che si possa fare teologia anche in una forma inconsueta, in un blog appunto con piccoli frammenti che fanno immaginare il tutto, balenare un orizzon