Sul Sinodo. Metacritica di un processo (2).
4) Ed ora? Ora la patata – bollente o meno non è possibile dirlo – è nella mani dei padri (e madri) sinodali del prossimo Sinodo di ottobre 2023 e 2024. C’è da sperare che davvero finalmente si imbocchi la strada giusta e lasciandosi guidare dall’ascolto nello Spirito con tutta franchezza si arrivi ad immaginare una Chiesa più partecipativa, più in comunione, più in missione. Il “più” non vuol dire una quantità maggiore, ma semmai una qualità diversa. I padri (e madri) sinodali sono chiamati a svolgere un esercizio di immaginazione, non pesando, come è stato fatto fino ad ora, dentro gli schemi, ma fuori dagli schemi. L’ Instrumentum Laboris lo lascia intendere con le sue schede e le sue domande. Immaginare una Chiesa rinnovata non è cosa semplice e non è cosa da poco, però, se è vero che la Chiesa o è sinodale o non è, il compito è urgente, impellente, non si deve perdere altro tempo. Ho personalmente letto con simpatia la lettera pastorale dell’arcivescovo di Torino, Ro