Il mistero dell'Ascensione.
« Colui che discese è lo stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli, per riempire tutte le cose ( Ef 4,10)». La festa dell’Ascensione è davvero particolare. In fondo, se ci pensiamo bene, celebriamo una scomparsa. Il Risorto, così ci dice l’opera lucana (Vangelo e Atti), dopo essere apparso agli apostoli, per un tempo di quaranta giorni, termina la sua presenza in mezzo agli uomini ascendendo. Egli, dunque, ritorna al Padre. Ma questo ritorno è gravido di conseguenze perché Gesù porta con sé quell’umanità che aveva assunto incarnandosi. Il Risorto scompare ma non è una scomparsa qualunque perché intacca profondamente l’essere di Dio. L’umano e tutto ciò che esso implica, sia nella forma dello splendore sia nella forma della fragilità più estrema, è accolto in Dio e da allora e per sempre è in Dio. In altri termini si potrebbe dire che Dio sente, respira, vive, palpita come un uomo e, per questo, è una scomparsa che esalta la nostra umanità, rendendola degna di Dio a