Post

Visualizzazione dei post da 2023

Sul Sinodo. Metacritica di un processo (2).

Immagine
        4)      Ed ora? Ora la patata – bollente o meno non è possibile dirlo – è nella mani dei padri (e madri) sinodali del prossimo Sinodo di ottobre 2023 e 2024. C’è da sperare che davvero finalmente si imbocchi la strada giusta e lasciandosi guidare dall’ascolto nello Spirito con tutta franchezza si arrivi ad immaginare una Chiesa più partecipativa, più in comunione, più in missione. Il “più” non vuol dire una quantità maggiore, ma semmai una qualità diversa. I padri (e madri) sinodali sono chiamati a svolgere un esercizio di immaginazione, non pesando, come è stato fatto fino ad ora, dentro gli schemi, ma fuori dagli schemi. L’ Instrumentum Laboris lo lascia intendere con le sue schede e le sue domande. Immaginare una Chiesa rinnovata non è cosa semplice e non è cosa da poco, però, se è vero che la Chiesa o è sinodale o non è, il compito è urgente, impellente, non si deve perdere altro tempo. Ho personalmente letto con simpatia la lettera pastorale dell’arcivescovo di Torino, Ro

Sul Sinodo. Metacritica di un processo (1).

Immagine
  Negli scorsi mesi ho letto con molto interesse articoli sul sinodo e anche alcun i documenti che sono stati elaborati alla fine dei sinodi diocesani e nazionali. In questa riflessione vorrei tentare di spendere qualche parola andando al di là di tanta retorica che purtroppo si fa sull’argomento, cercando di far emergere un punto di vista oggettivo, neutro .       1)      Sinodo è una parola abusata Tutti parla no di sinodo o di sinodalità senza tuttavia intendere cosa esso/essa sia. Il termine indica un cammino e quando si cammina si ascolta chi ti è accanto , si cammina insieme . Il camminare, poi, implica che si parta da un punto (il punto di partenza) e si arrivi ad un altro punto (punto di arrivo). Per arrivare da qualche parte occorre, come è naturale che sia, fare un percorso che talvolta può essere lineare, talvolta impervio, faticoso , ma comunque di un percorso di tratta . Sinodo/sinodalità indica tutto questo: implica una chiesa – tutta e non solo una sua parte ! – i

"In pace mi corico": sonno e fede. Un invito alla lettura.

Immagine
   Una delle ultime fatiche editoriali del neo-segretario del Dicastero per la cultura e l’educazione, il lodigiano presbitero don Giovanni Cesare Pagazzi, ha un chiaro riferimento biblico e nella fattispecie ad un salmo in cui si parla di sonno. Sembrerebbe strano che la teologia si possa occupare di un fenomeno così “basso”, eppure a ben vedere noi passiamo almeno un terza delle nostre giornate “nelle braccia di Morfeo”, per non parlare dei bambini che, come si dice popolarmente, “mangiano e dormono”. Insomma sonno, notte e sogno appartengono l’uomo connotandolo profondamente. Quindi occuparsi del sonno da un punto di vista teologico è una mossa giusta, corretta tanto più che è lo stesso Creatore ad averci fatto così, anzi se stiamo al testo biblico è Dio stesso, che dopo aver creato, si riposa (lo shabat ). Il sonno, come Pagazzi mostra, è una categoria con cui rileggere l’intero evento della Rivelazione e in particolare l’evento cristologico; esso non genera mostri, ma apre orizzon

I personaggi del racconto della Passione (4). Il potere di fronte a Gesù.

Immagine
  L’ultimo personaggio che vogliamo prendere in considerazione del racconto della Passione è il potere, nella figura dei capi religiosi e nella figura di Ponzio Pilato. Benché diverso, il potere religioso e quello politico, qui sono accumunati da un obiettivo: far fuori Gesù. Certo Pilato si lava le mani, ma di fatto non fa altro che assecondare il Sinedrio che, per invidia – come dice il testo evangelico – gli consegna il Maestro. Entrambi si dimostrano ottusi, chiusi, ostinati. Una sentenza su di Gesù è stata emessa – deve morire – e va eseguita, il prima possibile peraltro perché si avvicina la Parasceve. Quella di Gesù è una condanna sommaria come tante nella storia. Il Nazareno non ha avuto un equo processo: lo hanno accusato, nessuno lo ha difeso, è morto. La verità giudiziaria non è stata prodotta perché in realtà tutto era stato stabilito. L’unica fatica è stata quella di reperire testimonianze contro Gesù, peraltro discordanti. Nel suo caso davvero “the show must go on”. D’alt

I personaggi del racconto della Passione (3). Gli apostoli.

Immagine
  Un altro personaggio al centro dei testi evangelici della Passione è il gruppo degli apostoli. La morte di Gesù costituisce per questo gruppo uno spartiacque. Infatti prima sono in dodici, dopo saranno in undici. Inoltre per loro è il momento decisivo per capire la persona di Gesù, il loro Maestro che hanno seguito, lasciando le loro case in Galilea e la loro professione, insomma lasciando un posto certo, sicuro. Gli apostoli, certo, agiscono come un gruppo, ma anche come singoli: tra di essi spiccano Giuda Iscariota e Pietro, entrambi traditori, benché per differenti motivi. Quando Gesù fa il suo ingresso a Gerusalemme è facile immaginare il loro entusiasmo, la loro gioia, la loro felicità: si sentono gasati perché quel Nazareno, che hanno seguito, è osannato e loro sono i più stretti collaboratori. È ipotizzabile che in quel momento abbiano pensato: “Finalmente ora andremo al potere”. Già si vedevano con un incarico importante. Ma Gesù li stupisce, li sbalordisce: a cena, nell’ulti

I personaggi del racconto della Passione (2). Le donne.

Immagine
  Un altro personaggio che è presente nel racconto della Passione di Gesù è costituito dal gruppo delle donne, tra le quali spiccano Maria, la madre di Gesù stesso, e Maria di Magdala. Queste donne – lo sappiamo dai Vangeli – hanno accompagnato Gesù nel suo itinerario verso Gerusalemme, lo hanno assistito e lo hanno servito, dimostrando una straordinaria cura nei suoi confronti. Questo gruppo, sempre presente seppur nell’ombra, a differenza di tutti gli altri personaggi della Passione, rimane coeso, certo scioccato dagli eventi che portano alla morte il Nazareno, ma non per questo si tira indietro. Sotto alla croce, a vedere Gesù spogliato, deriso, sanguinante e inchiodato sulla croce, ci sono loro: queste donne non lo abbandonano. Inoltre una volta morto, depongono Gesù nella tomba di Giuseppe di Arimatea. Mentre gli apostoli impauriti, spaventati, rimango chiusi, non vogliono avere contatti con l’esterno, e il mattino della Risurrezione, all’alba vanno al sepolcro per completare i r

I personaggi del racconto della Passione (1). La folla.

Immagine
  Come dovrebbe essere noto, la storia della redazione dei Vangeli ci ha fatto comprendere, ormai da diversi decenni, come il racconto della Passione di Gesù sia stato scritto per primo e il resto è una sorta di più o meno lunga introduzione, a seconda del Vangelo che possiamo prendere come riferimento. Tuttavia nel racconto della Passione compiano alcuni personaggi, singoli o gruppi, che di fronte a Gesù hanno un atteggiamento che fa riflettere, che dice qualcosa anche oggi. Uno di questi personaggi è per esempio la folla. I Vangeli ci dicono che la folla ha accompagnato Gesù nel suo itinerario e dalla folla, indistinta, anonima, amorfa, sono emerse figure di rara bellezza: l’emorroissa. La folla tenta, dopo l’episodio della moltiplicazione dei pani e dei pesci, di fare re Gesù. Si può dire che essa agisce nel Vangelo come un unico personaggio. Ecco essa accompagna Gesù anche negli ultimi giorni della sua vita. Dapprima all’arrivo a Gerusalemme osanna il Nazareno, venerandolo come Mes

Francesco: 10 anni di pontificato posson bastare?

Immagine
  Sono ormai dieci anni da quando Francesco è salito al soglio pontificio. Possiamo tentare di fare un timido e, pertanto, parziale bilancio di questi dieci anni. Attorno a tre nuclei possiamo raccogliere il significato e l’importanza di questo pontificato. Lo stile. Se c’è una novità da quando Francesco è papa, questa è costituita dallo stile comunicativo, espressivo. Bergoglio usa uno stile semplice, incentrato sul registro degli affetti. La sua forza sta nel mostrarsi per così come è, per non fingere, per non indossare un maschera, anche quando si tratta di piangere, come è accaduto più volte in questi anni. Francesco è un papa che si commuove e commuove. Per questo si fa comprendere da tutti. Egli comunica in modo semplice, spesso spontaneo, distaccandosi dai testi scritti e andando a braccio. In particolare colpisce le sue parole di buon senso, non accademiche, lontane da raffinati “teologismi”. I poveri . Con il pontificato di Francesco l’opzione preferenziale per i poveri è