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Visualizzazione dei post da 2022

La teologia del matrimonio di Walter Kasper tra luci e ombre.

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  L’Autore, come fa intendere il titolo della sua opera, vuole offrire una prospettiva teologica del matrimonio cristiano. Tuttavia, quella espressa in queste pagine è la prospettiva cattolica. Nel libro si accenna a Lutero e alla tradizione orientale ma, se si entra in un pur timido dialogo – in particolare con la tradizione luterana ‒, è per evidenziare la differenza che intercorre tra il punto di vista cattolico e quella luterano, permettendo così di mettere in luce la concezione di sacramento in merito al matrimonio espressa nel concilio di Trento. In secondo luogo l’Autore, a più riprese, nella prima parte, sottolinea come il sacramento del matrimonio sia tra i sacramenti quello che congiunge ordine della creazione e ordine della salvezza/redenzione. Tuttavia, questa congiunzione, forse anche a motivo del taglio giuridico-pastorale che caratterizza la seconda parte del libro, appare abbozzata ma non pienamente articolata. Dalla lettura complessiva dell’opera, infatti, si ha l’im

La liturgia è teologia: breve ritratto di Odo Casel.

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Nel dibattito, sempre aperto in Italia dal prof. Andrea Grillo sul suo blog, recentemente ripeso dopo la pubblicazione di Desiderio Desideravi , vorrei presentare la figura che più di ogni altro ha capito qualcosa della liturgia.  Johann Hermann Casel nacque nel 1886 a Coblenza. Nel 1905, mutando il nome di battesimo in quello di Odo, iniziò il suo noviziato presso l’abbazia benedettina di Maria Laach, nella Renania Palatinato. Grazie all’opera dell’abate Ildenfons Hewegen (1874-1946), che aderì al movimento liturgico promosso dai benedettini di Mont-Cèsar, a Lovanio, in Belgio, e intrattenne proficue relazioni con intellettuali di un certo spessore come Max Scheler e Romano Guardini, il monastero poté diventare uno dei maggiori centri culturali e motore del rinnovamento liturgico in terra tedesca. Dunque, è in questo clima di fermento intellettuale e di restaurazione dell’antica tradizione monastica benedettina che va collocata l’opera di Casel. Feconda è stata la relazione tra il mon

Il gioco della Trinità

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    Il Dio dei cristiani è un Dio uno e trino e il gioco non può essere prerogativa esclusiva di una delle tre Persone divine. Infatti a motivo di un’eguaglianza nella natura divina, si può affermare che tanto il Padre quanto il Figlio e lo Spirito Santo giocano. La possibilità, pertanto, di delineare una Trinitas ludens appare conforme all’attuale tentativo della teologia di disincagliarsi dalle secche dell’onto-teologia. Infatti facendo leva sulla concezione di Dio come amore e non di Dio come essere, è possibile mettere in luce quel darsi, centrale come abbiamo visto nella speculazione hemmerliana, che rappresenta l’ incipit di un’originale rilettura della teologia trinitaria in epoca contemporanea. «Se si parte dalla realtà della communio e si designa il Dio trinitario come “evento interpersonale d’amore”, come “amore che accade”, allora non vi è un prius logico od ontologico di Persona/Persone o sostanza, poiché l’amore divino non è qualcosa che sta “prima” del gioco mutuo del

Praedicate evangelium: vera o falsa riforma?

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Il 19 marzo è stata pubblicata la Costituzione apostolica Praedicate evangelium che entrerà in vigore il 5 giugno prossimo. Ci si può chiedere già fin da ora: è una vera o è una falsa riforma? Anche perché per venire alla luce ci sono voluti ben nove anni e, quindi, la gestazione è stata davvero lunga e molto probabilmente il processo redazionale ha subito in questo periodo battute d’arresto. Tuttavia alcune novità ci sono come da più parti è stato notato. Il primo elemento nuovo è la razionalizzazione dei diversi dicasteri vaticani. Il documento in questo è sorprendente: stabilisce in modo preciso chi fa cosa, senza accavallamenti, senza sovrapposizioni. Quindi viene meno quella moltiplicazione dei dicasteri che sotto altri pontefici – non si può negare – c’è stata. Ciò ha due conseguenze di rilievo : ci sarà sicuramente un risparmio economico e ci saranno anche meno cardinali in Vaticano quando la riforma sarà implementata. Infatti a capo di ogni dicastero si era soliti mettere

La mostruosità di Cristo

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  È un libro sorprendente La mostruosità di Cristo , benché sia una lettura impegnativa e in alcuni punti – pochi per fortuna – per specialisti. L’opera, sebbene sia in tre parti e una parte è affidata al teologo John Milbank, porta la firma di Slavoj Žižek e rientra in quel filone della filosofia contemporanea di confronto con il pensiero cristiano. In questo stesso filone troviamo filosofi di un certo calibro come Badiou, Agamben, Cacciari, Jullien, Sloterdijk, tutti dichiaratamente atei, che non hanno preconcetti verso la teologia cristiana, anzi la leggano, la studiano e arrivano a mostrare nelle loro opere l’intelligenza racchiusa nel dogma cristiano. La mostruosità di Cristo , infatti, sorprende per questo motivo perché ci si aspetterebbe una critica forte e radicale al cristianesimo e invece ci troviamo di fronte ad una apologia, scritta da un ateo, come a dire che nella teologia cristiana, più che nel pensiero scientifico, ci sono ragioni per la filosofia, per filosofare. Se po