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Visualizzazione dei post con l'etichetta Personaggi speciali

La liturgia è teologia: breve ritratto di Odo Casel.

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Nel dibattito, sempre aperto in Italia dal prof. Andrea Grillo sul suo blog, recentemente ripeso dopo la pubblicazione di Desiderio Desideravi , vorrei presentare la figura che più di ogni altro ha capito qualcosa della liturgia.  Johann Hermann Casel nacque nel 1886 a Coblenza. Nel 1905, mutando il nome di battesimo in quello di Odo, iniziò il suo noviziato presso l’abbazia benedettina di Maria Laach, nella Renania Palatinato. Grazie all’opera dell’abate Ildenfons Hewegen (1874-1946), che aderì al movimento liturgico promosso dai benedettini di Mont-Cèsar, a Lovanio, in Belgio, e intrattenne proficue relazioni con intellettuali di un certo spessore come Max Scheler e Romano Guardini, il monastero poté diventare uno dei maggiori centri culturali e motore del rinnovamento liturgico in terra tedesca. Dunque, è in questo clima di fermento intellettuale e di restaurazione dell’antica tradizione monastica benedettina che va collocata l’opera di Casel. Feconda è stata la relazione tra il mon

Paul Tillich: breve ritratto di un teologo.

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Paul Tillich nacque a Strarzeddel, nel Brandeburgo, nel 1886. Figlio di un pastore e dirigente scolastico, egli ricevette una formazione religiosa tradizionale, prima di condurre studi filosofici e teologici approfonditi a Berlino, Tubinga e Halle, conseguendo titoli accademici in entrambe le discipline. Nel 1919 iniziò la sua lunga carriera accademica, ricoprendo cattedre di teologia e di filosofia a Marburgo, Dresda, Lipsia e Francoforte. Infatti, come egli ha affermato nella sua celebre autobiografia, redatta nel 1936, Sulla linea di confine , il suo pensiero non può non essere nella tensione tra queste due polarità: la filosofia e la teologia. Con l’avvento del nazionalsocialismo, la posizione di Tillich in Germania diventa precaria a causa della sua adesione al socialismo religioso. Egli fu il primo accademico non ebreo ad essere espulso dall’università. Marx Horkheimer, suo collega a Francoforte, gli consigliò di emigrare in America. Qui insegnò dapprima all’Unione Theolo

Teologo "maledetto". Ritratto di Leonardo Boff

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Leonardo Boff, teologo tuttora vivente, al secolo Genésio Darci Boff, nacque a Concórdia, in Brasile, il 14 dicembre 1938. Nipote di immigrati italiani originari di Seren del Grappa, in provincia di Belluno, Leonardo entrò nel 1959 nell’Ordine dei Frati Francescani Minori, emettendo la professione perpetua di voti nel 1964.  Fu successivamente consacrato sacerdote. Nello stesso periodo studiò dapprima filosofia e poi teologia in Brasile, Germania, Belgio e negli Stati Uniti d’America, fino al conseguimento del dottorato presso l’università di Monaco nel 1970, avendo tra i relatori l’allora professor Joseph Ratzinger.  In quello stesso anno a Boff, ritornato in patria, gli fu affidata la cattedra di teologia sistematica ed ecumenica all’Istituto teologico francescano di Petrópolis in Brasile. Divenne direttore di varie riviste, quali la Revista Eclesiástica Brasileira (dal 1970 al 1984), la Revista de Cultura Vozes (dal 1984 al 1992) e la Revista Internacional Concilium (dal 1970

Pavel Evdokimov: breve ritratto di un teologo russo.

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Per cattolici e protestanti l’accesso e la comprensione della teologia ortodossa è stato mediato, nel Secondo Dopoguerra, dalle opere di Pavel Evdokimov (1900-1970). Dopo gli studi, egli si dedicò, dopo essersi trasferito da San Pietroburgo a Instabul, ad una vasta opera sociale in particolar modo a favore degli immigrati, poveri e socialmente emarginati. Trasferitosi in Francia, partecipò alla resistenza antinazista prima di dedicarsi totalmente alla ricerca teologica, dietro consigli di intellettuali del calibro di Dostoevskij e Gogol.  La produzione teologica è vastissima, ma occorre sottolineare come egli, a motivo del suo lavoro sociale, abbia sviluppato una teologia dell’amore di Dio di stampo “kenotico”, cioè di un amore che si abbassa, anzi si svuota secondo l’affermazione di Fil 2,7, e si sia dedicato allo studio della rilevanza sociale nel pensiero dei Padri della Chiesa e della tradizione monastica. Evdokimov interpreta la realtà in chiave sacramentale, come presenza di

Per una teologia dell’unità: breve ritratto di Hans Küng

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Fra i teologi più discussi negli ultimi decenni vi è Hans Küng, tuttora vivente. Nato del 1928, egli si forma all’Università Gregoriana e si addottora a Parigi, all’Institut Catholique. La sua dissertazione riguarda uno dei nuclei della controversia confessionale occidentale: la giustificazione. La sua opera è, per quegli anni, davvero originale e trova un forte sostenitore in Balthasar. Küng in La giustificazione  del 1957 mostra come tra la l’interpretazione di Karl Barth a riguardo di questo tema e la dottrina formulata dal Concilio di Trento non ci sarebbe un’opposizione: protestantesimo e cattolicesimo, pur parlando lingue teologiche diverse, nella sostanza non sarebbe incompatibile. Barth stesso, in una lettera autografa, si dichiara interpretato correttamente dal giovane Küng, anche se la sua tesi fa molto discutere. Ottenuta assai precocemente una cattedra presso la Facoltà di teologia di Tubinga, il teologo svizzero pubblica una serie di opere a carattere ecclesiologico. I

In memoria. Ritratto di Carlo Maria Martini

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Carlo Maria Martini, arcivescovo emerito di Milano, era nato a Torino il 15 febbraio 1927. In una delle sue ultime opere, Conversazioni notturne a Gerusalemme  diceva: “I miei genitori mi hanno donato la fede in Dio, mia madre mi ha insegnato a pregare”. A soli 17 anni era entrato nella Compagnia di Gesù.  Dotato di una profonda cultura, che in lui non era soltanto erudizione ma una straordinaria capacità di riflettere su tutte le istanze interiori dell’uomo e di suscitare domande e risposte originali, il cardinal Martini è riuscito nel suo ministero a riproporre al mondo d’oggi, per tutti, la tradizio ne ignaziana che ha appreso nei lunghi anni di formazione. Venne ordinato sacerdote il 13 luglio 1952.  Dopo gli studi in filosofia e teologia, nella quale si laureò nel 1958 con una tesi su Il problema storico della Risurrezione negli studi recenti , insegnò per alcuni anni allo studio teologico di Chieri. Perfezionò i suoi studi presso il Pontificio Istituto Biblico. Dello stesso

Don Lorenzo Milani e l'emergenza educativa.

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Figlio di una famiglia dell’alta borghesia intellettuale fiorentina, Lorenzo Milani nacque a Firenze il 27 maggio 1923. Il padre era laureato in chimica, poeta, filologo, conosceva sei lingue. La madre, Alice Weiss, era una donna colta di origine ebrea. Nel 1930 la famiglia, sostanzialmente agnostica, si trasferì a Milano. Nel 1933, per timore delle leggi razziali, i coniugi Milani, che erano sposati solo civilmente, celebrarono il matrimonio in chiesa e battezzarono i loro tre figli. Nel 1934 Lorenzo si iscrisse al Liceo Berchet per poi passare all’istituto Zaccaria, dei barnabiti. Successivamente ritornò al Berchet. Pur cambiando scuola, egli non è mai stato uno studente modello. Dopo il diploma, Lorenzo decise di dedicarsi alla pittura. Era il tempo della Seconda Guerra Mondiale, tempo di fame, e vicino a piazza Pitti si verificò un episodio che lo segnò profondamente: mentre dipingeva, si mise a mangiare un panino; subito una donna lo criticò: “Non si viene a mangiare il pane

Edith Stein: una grande donna!

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Edith Stein nacque a Breslavia nel 1891. Ultima di sette fratelli di un’agiata famiglia ebrea, percorse con successo gli studi, occupandosi di psicologia e di ricerca filosofica nell’università della sua città natale e poi in quelle di Gottinga e di Friburgo, come allieva prima e assistente del fino noto filosofo Edmund Husserl. Quando, nel 1917, si laureò, aveva già al suo attivo una serie di studi importanti che le avrebbero aperto le porte della carriere accademica. Ma successero alcuni fatti che diedero alla sua vita una svolta radicale. Atea perché, come scrisse, “non riusciva a credere all’esistenza di Dio”, Edith fu ‘sconvolta’ dal pensiero di Dio sulla scia di alcuni avvenimenti.  Durante la Prima Guerra Mondiale, moriva un professore che lei stimava molto. Fu un grande dolore, soprattutto per la moglie che, anziché crollare sotto il peso di quel dramma, trovò nel rapporto con Dio la forza di iniziare una nuova vita. Edith ne fu profondamente colpita. “Fu il mio primo incon

Madeleine Delbrêl e il marxismo.

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Forse un aspetto poco noto della testimonianza di Madeleine Delbrêl è il fatto che abbia scelto un lavoro che le consentisse di mantenersi a stretto contatto con i poveri, diventando assistente sociale. Nel 1933, pur restando laica, si consacrò e andò a vivere con un piccolo gruppo di amiche a Ivry-sur-Seine, ‘capitale marxista’, cittadina di operai alla periferia sud di Parigi, dove sugli edifici pubblici non c’era il tricolore, ma la bandiera rossa. Lì si confrontò con un marxismo trionfante, diffuso e capillare. Scelse di vestire abiti comuni, senza assumere una ‘divisa’; decidendo di lasciare la casa offerta dalla parrocchia per affittare un appartamento nel cuore del quartiere operaio, al n. 11 di Rue Raspail. A contatto con gli operai scoprì che i cristiani sono rassegnati all’ingiustizia e che molti dei proprietari delle 310 fabbriche della città sono cattolici che versavano somme ingenti per la costruzione di due nuove chiese, ma ignoravano completamente la miseria dei 43.

Madeleine Delbrêl e la missione della chiesa.

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Madeleine nasce nel 1904 a Mussidan, nella Francia centro–occidentale, in una famiglia borghese e poco praticante. È figlia unica. Suo padre, impiegato nelle ferrovie, si trasferisce spesso da una città all’altra; perciò Madeleine non può seguire un corso di studi regolarmente. Dopo la fanciullezza, abbandona la pratica religiosa tanto che nel 1919 dichiara di essere completamente atea. A 17 anni scrive: ‘Dio è morto… Viva la morte’. Si prefigge l’obiettivo di ‘smascherare l’assurdo’ della fede consolatrice. Nessuna sapienza umana è in grado di soddisfare i suoi tragici e forti ‘perché’: perché il dolore, la malattia, la guerra, la vecchiaia, la morte? In lei convivono, contemporaneamente, lucida disperazione e amore alla vita. A 18 anni s’innamora di Jean Maydieu, un giovane serio, pieno di interessi, intellettualmente e politicamente impegnato, dotato di una profonda vita spirituale che, d’improvviso, decide di farsi frate domenicano. Inizia per lei un periodo fortemente travagl

Carlo Carretto, testimone "ingombrante". Un breve ritratto.

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Carlo Carretto nasce ad Alessandria il 2 aprile 1910, in una famiglia di contadini proveniente dalle Langhe. E’ il terzo di sei figli, di cui quattro si faranno religiosi. La famiglia si trasferisce presto a Torino, in un quartiere periferico, dove c’è un oratorio salesiano che avrà molta influenza sulla formazione di Carlo e su tutta la famiglia. A 18 anni inizia a insegnare come maestro di scuola elementare. Milita nell’Azione Cattolica giovanile torinese, dove entra su invito di Luigi Gedda che ne è il presidente. Nel 1932 consegue la laurea in filosofia e pedagogia, ma continua a insegnare come maestro elementare, prima a Sommaria del Bosco poi a Torino. Nel 1940 vince il concorso per direttore didattico e viene assegnato come tale a Bono, in Sardegna. Dopo poco tempo è dispensato dal suo incarico per contrasti con il regime fascista. Riceve da Roma l’incarico di reggere le fila dell’Azione Cattolica nel Nord Italia. Non avendo aderito al regime, è radiato dall’albo de

Un teologo amato da papa Francesco: Henri de Lubac.

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Henri de Lubac è non solo uno tra i più importanti teologi cattolici del XX secolo, ma anche un uomo la cui vicenda biografica va conosciuta. Nato a Cambrai il 20 febbraio 1896, entrò nella Compagnia di Gesù, a Lione, il 9 ottobre 1913. Fu ordinato presbitero nel 1927 e divenne professore di teologia fondamentale nella facoltà teologica di Lione, dove insegnò dal 1929 al 1950. Nel 1938 pubblicò il suo primo libro Cattolicesimo, gli aspetti sociali del dogma . Egli, in questa opera, mette sotto accusa un’eccessiva tendenza nella chiesa cattolica a concepire la salvezza in termini estremamente individualistici ed evidenzia come una delle caratteristiche della chiesa è quella di essere cattolica, cioè universale. Durante la Seconda guerra mondiale fu costretto a vivere clandestinamente per la sua partecipazione alla resistenza francese. In quegli anni, in particolare nel 1942, fondò con l’amico Jean Daniélou la prestigiosissima collana Sources Chrétiennes che permise la pubblica