Madeleine Delbrêl e il marxismo.

Forse un aspetto poco noto della testimonianza di Madeleine Delbrêl è il fatto che abbia scelto un lavoro che le consentisse di mantenersi a stretto contatto con i poveri, diventando assistente sociale. Nel 1933, pur restando laica, si consacrò e andò a vivere con un piccolo gruppo di amiche a Ivry-sur-Seine, ‘capitale marxista’, cittadina di operai alla periferia sud di Parigi, dove sugli edifici pubblici non c’era il tricolore, ma la bandiera rossa. Lì si confrontò con un marxismo trionfante, diffuso e capillare. Scelse di vestire abiti comuni, senza assumere una ‘divisa’; decidendo di lasciare la casa offerta dalla parrocchia per affittare un appartamento nel cuore del quartiere operaio, al n. 11 di Rue Raspail. A contatto con gli operai scoprì che i cristiani sono rassegnati all’ingiustizia e che molti dei proprietari delle 310 fabbriche della città sono cattolici che versavano somme ingenti per la costruzione di due nuove chiese, ma ignoravano completamente la miseria dei 43.000 operai delle loro fabbriche.
Lavorando a fianco degli operai, da atea convertita, capì la forza dell’ideologia marxista. Essa, infatti, aveva un gran potere di fascinazione sulla gente, date le estreme condizioni di povertà in cui versavano migliaia di persone. Era la situazione di oppressione, di sfruttamento, di indigenza che portava a credere al marxismo e, quindi, ad abbandonare la fede perché, come ha affermato in ‘Ville marxiste’, esso a poco a poco spegneva il sentimento religioso che era (ed è) nell’uomo.
Per questo, prima fra tanti, Madeleine, dopo la Seconda Guerra Mondiale, comprese il pericolo che stavano correndo i preti-operai, che a contatto con la povertà e confrontandosi con il marxismo, lentamente e gradualmente abbandonavano la pratica religiosa connessa al loro ministero. Tuttavia era fortemente convinta che: “Dio non ha mai detto: ‘Dovete amare il vostro prossimo come dei fratelli, eccetto i comunisti che invece dovete odiare’”. Lottò, fino al 1964, anno della sua morte, a fianco dei comunisti, in favore dei poveri e della giustizia, senza però confondere l’emancipazione del proletariato con l’ideale evangelico. Nel 1953 aveva affermato: "Attenzione! Attenzione a non lasciarsi conquistare dai marxisti: essi praticano certamente qualcosa del Vangelo, ma vivono consapevolmente senza Dio, e questo rifiuto di Dio è una mutilazione dell’essere umano. Un cristiano missionario non può accettare questa mutilazione… Quando padre Lorenzo parlava del Cristo, il più delle volte diceva: il Signore Gesù. Il Vangelo era il Signore Gesù che si faceva conoscere; il Vangelo era il Signore Gesù che potevamo amare con tutta la passione terrena e insieme con tutta la carità del cielo… Il Vangelo va letto come si mangia il pane. Non si può incontrare Gesù per conoscerlo, amarlo, imitarlo, senza un ricorso continuo, concreto e ostinato al Vangelo”.
E’ attualmente in corso il processo di canonizzazione di Madeleine Delbrêl.
Pubblicato su www.korazym.org

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