Fede e tecnologia.

Tempo fa ho rilasciato un'intervista sul tema riguardante il rapporto tra fede e tecnologia.
In questo post cito un passaggio dell'intervista e metto il link.
"Da un lato occorre dire che le nuove tecnologie sono un bene, se usate correttamente. Basta pensare all’enorme possibilità che abbiamo di informarci meglio, cosa del tutto impensabile fino a qualche decennio fa. Dall’altro lato occorre anche affermare che la grande pervasività sta generando degli effetti negativi per ciò che riguarda il rapporto tra uomini in particolare.Questi, infatti, anche a motivo dell’ampio uso dei social (in primis whatsapp), si stanno raffreddando. Un conto è avere a che fare con una persona “in carne ed ossa”, un conto è rapportarsi con una persona chattando. Un esempio molto banale. A Milano, la città dove vivo, il mattino è facile imbattersi in una scena del genere: un vagone della metro piena di gente, più o meno giovane, curvata sul proprio cellulare. Non si guarda più la gente in faccia.Questo implica una perdita: il contatto con l’altro, con ciò che ci circonda e, più in generale, con il mondo. La teologia è impegnata da qualche anno a comprendere cosa sia il virtuale anche attraverso recenti lodevoli pubblicazioni, ma non riesce – probabilmente perché questo comporterebbe una recezione moralistica del suo messaggio – a dire che un mezzo sta diventando un fine".
Qui il link: http://www.solotablet.it/blog/tecnologia-e-religione/serve-il-contatto-guardare-il-volto-dell2019altro-la-relazione-con-persone-in-carne-e-ossa

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