Ma più grande è l'amore!
Dario Cornati,
«Ma più grande è l’amore». Verità e giustizia
di agape, Queriniana, Brescia 2019, pp. 429, ISBN: 978-88-299-0495-9, €
33,00.
È un denso e impegnativo
libro l’ultima fatica editoriale di Dario Cornati, sacerdote milanese e docente
presso la Facoltà Teologica dell’Italia settentrionale, che mette a tema una
questione che sta da diverso tempo a cuore la teologia: l’amore o, per meglio
usare il termine usato nell’opera, l’affezione. A partire da un’intuizione
lanciata diverso tempo fa da un grande teologo come Hans Urs von Balthasar, per il
quale «l’amore è più ampio dell’essere, è il trascendentale in assoluto che
riassume la realtà dell’essere, della verità e della bontà» (Solo l’amore è credibile), il teologo
opera un itinerario nella storia della filosofia che punto dritto ad un ricostruzione
«di una metafisica della verità e della giustizia dell’amore, finalmente
apprezzato come il nome stesso dell’essere, o se preferite: come il senso più
affidabile e il fondamento più solido di tutto ciò che è» (p. 13). Questo
spiega e motiva non solo la lunghezza e l’ampiezza dell’opera, ma la ricerca,
probabilmente durata anni, che vi sta dietro. Molto apprezzabile, infatti, risulta
essere nel suo complesso, al di là del linguaggio che talvolta può sembrare
ostico per chi non è “addetto ai lavori”, la profondità e l’acutezza di un logos che sa andare oltre certe consolidate
ricezione di alcune figure, giustificato sempre con un’abbondanza di dettagli
bibliografici che risultano mai banali, mai scontati. Il risultato è davvero
positivo anche perché la teologia si è talmente concentrata su questioni di
carattere metafisico nel tentativo di accreditarsi come scienza da svuotare l’essere
da ogni riferimento affettivo. Inoltre oggi il discorso sull’amore sconfina in
retorica al tal punto che sembra perso ogni legame con la verità e la giustizia
degli affetti. Presentare l’affezione, pertanto, per come essa è nella sua
realtà e si dimostra nella persona di Gesù, diventa un’impresa non facile. In primis perché essa non sembra degna
di un logos e, dunque, incapace di
generare un sapere. Paolo nel suo celebre inno alla carità afferma: «se
conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, ma non avessi agape, non sono nulla». Pertanto l’amore
“supera” la scienza, di esso noi viviamo e possiamo parlarne. In secondo luogo
perché l’affezione nell’attuale contesto è presentata con caratteri troppo
languidi e pallidi, per non dire mielosi, da non essere più in grado di dire quel
mistero che è, allo stesso tempo, all’origine e destino dell’uomo. Ovviamente il percorso teoretico di Cornati non va alla ricerca di quanto nel corso di più di duemila
anni è stato detto/scritto sull’amore, ma va alla ricerca di quegli elementi
che permettono di offrirne il tratto realistico.