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Ma più grande è l'amore!

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Dario Cornati , «Ma più grande è l’amore». Verità e giustizia di agape, Queriniana, Brescia 2019, pp. 429, ISBN: 978-88-299-0495-9, € 33,00. È un denso e impegnativo libro l’ultima fatica editoriale di Dario Cornati, sacerdote milanese e docente presso la Facoltà Teologica dell’Italia settentrionale, che mette a tema una questione che sta da diverso tempo a cuore la teologia: l’amore o, per meglio usare il termine usato nell’opera, l’affezione. A partire da un’intuizione lanciata diverso tempo fa da un grande teologo come Hans Urs von Balthasar, per il quale «l’amore è più ampio dell’essere, è il trascendentale in assoluto che riassume la realtà dell’essere, della verità e della bontà» ( Solo l’amore è credibile ), il teologo opera un itinerario nella storia della filosofia che punto dritto ad un ricostruzione «di una metafisica della verità e della giustizia dell’amore, finalmente apprezzato come il nome stesso dell’essere, o se preferite: come il senso più affidabile e il fond

"Professione" monaco?

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Ghislain Lafont, Monaci e uomini nella Chiesa e nella società , Cittadella Editrice, Assisi 2016, pp. 239, € 16,90. È una bella e piacevole lettura questo libro del noto monaco e teologo Ghislain Lafont. Si tratta della traduzione dal francese di un’intervista rilasciata nel 1975 ai coniugi Bertin, giornalisti. Il libro, quaranta anni dopo, rivela ancora una sorprendente e meravigliosa attualità. Nel corso dell’intervista, realizzata nel corso di una settimana – l’opera è infatti suddivisa secondo una scansione settimanale – vengono toccati molti problemi che intercettano le grandi questioni che ogni uomo e ogni donna porta con sé, e che tanto ieri quanto oggi sono le medesime. Leggendo il libro, si entra così in una storia fatta di appassionata ricerca di Dio nel proprio vissuto quotidiano, un vissuto che nel caso del monaco Lafont è scandito dal suo lavoro di teologo, dalla preghiera, dal vivere all’interno di una comunità – la stupenda abbazia della Pierre-qui-Vire – nel

Oltre l'homo oeconomicus.

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B. Giovanola, Oltre l’ homo oeconomicus, Lineamenti di etica economica , Orthotes Editrice, Napoli 2012, pp. 158, € 15. Si discute molto sulla crisi e sulle soluzioni per uscirne, ma una grande confusione regna in materia. Con una scrittura agile e scorrevole, il libro di Benedetta Giovanola, filosofa dell’Università di Macerata, si inserisce in questo dibattito, tentando di avvicinare l’economia, che ha oggi raggiunto una pervasività senza precedenti, all’etica. Sulla scia delle riflessioni di Amartya Sen e di Martha Nussbaum, Giovanola critica il modello antropologico implicitamente sotteso alla teoria economica mainstream che ha prodotto l’attuale disastro economico-finanziario. Difende, pertanto, il diritto della filosofia a interrogare il pensiero economico per farne emergere eventuali elementi di criticità che potrebbero influenzare politiche errate: nata nell’alveo della filosofia morale (con Adam Smith), l’economia – in quanto pratica – attiene infatti all’ambit

Per una teologia della "chiesa in uscita".

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Francesco Giacchetta, Tra gli altri. “Chiesa in uscita”. Appunti teologici di un fedele laico , Cittadella Editrice, Assisi 2015, pp. 151, € 13,50. È un’interessante lettura della situazione ecclesiale l’ultima fatica editoriale di F. Giacchetta, professore di storia e filosofia al liceo scientifico G. Galilei di Macerata, nonché professore di Filosofia teoretica e di Teologia fondamentale all’Istituto Teologico Marchigiano, aggregato alla Pontificia Università Lateranense, laico e padre di famiglia. L’opera, impreziosita dalla presentazione di Giovanni Ferretti, prende avvio dalla meditazione di alcuni importanti passi dell’ Evangelii Gaudium per approfondire, attraverso tre successivi momenti, il paradigma della “Chiesa in uscita” tanto caro a papa Francesco. Il primo momento vede nell’umiltà la condizione imprescindibile di una “Chiesa in uscita” per essere “tra gli altri”. Essa, in primo luogo, permette di riscoprire il potente e necessario lavorio del dubbio in ordine

Sulla grazia.

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Giovanni Cesare Pagazzi, Questo è il mio corpo. La grazia del Signore Gesù , EDB, Bologna 2016, pp. 135, € 13. Con uno stile fruibile, che rifugge dai tecnicismi perlopiù relegati nelle abbondanti note, Pagazzi tenta di articolare quel difficile rapporto tra grazia e libertà che per la teologia attuale rimane ancora non del tutto chiaro. Seguendo una corrente possibile della teologia biblica della grazia, Pagazzi scorge nel potere di muoversi e nel senso pratico i primi doni dati da Dio all’uomo. In questo modo la grazia, in quanto dono di un potere che appartiene all’uomo, implica il suo effettivo e incarnato esercizio, non rimanendo qualcosa di “soprannaturale” e, dunque, di astratto. La grazia – ecco la felice e feconda intuizione di questo saggio – è qualcosa di vivibile e di visibile. Essa si trasforma, nel costante e graduale esercizio di tale dono, in un savoir-faire , in portamento e comportamento garbato, ag-graziato. Non è 148 Segnalibro infatti un caso che, in e

Sul Concilio Vaticano II.

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E. Brancozzi, Un popolo nella storia. Introduzione alle questioni ecclesiologiche del Concilio Vaticano II , Cittadella Editrice, Assisi 2015, pp. 315, € 22,50. È un’interessante e accurata lettura della riflessione sulla Chiesa che il Concilio Vaticano II ha svolto – che, come è noto, si è condensata nelle note Costituzioni Lumen gentium e Gaudium et spes – l’ultima fatica editoriale del prof. E. Brancozzi dal titolo alquanto significativo Un popolo nella storia . In quest’opera il giovane sacerdote della diocesi di Fermo, nonché docente di Teologia dogmatica presso l’Istituto Teologico Marchigiano, di cui è anche vicepreside, con passione e competenza offre una chiave di accesso al più grande evento della Chiesa cattolica nel Novecento. Rifuggendo da tecnicismi, Brancozzi permette a tutti di entrare nel cuore della riflessione che, tra il 1962 e il 1965, si svolse all’ombra della Cupola della Basilica di San Pietro e, allo stesso tempo, di coglierne la imperfetta ricezi

La povertà secondo David Maria Turoldo.

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D.M. Turoldo, Profezia della povertà , Servitium, Milano 2012, pp. 110, € 11. È un grande merito di Espedito D’Agostini aver raccolto diversi frammenti in prosa di padre David Maria Turoldo sulla povertà. Leggendo l’opera sembra di entrare, a poco a poco, all’interno di un inno composto da un meraviglioso e stupendo mosaico di testi, le cui differenze non intaccano la piacevolezza del discorso. Turoldo introduce il lettore nel grande mistero di una povertà che è portatrice di vita. Il suo è uno sguardo penetrante e incisivo sulla condizione permanente e costitutiva di ogni essere umano: nessuno è sufficiente a se stesso e ciascuno ha bisogno degli altri. Ecco perché la povertà appare – ed è – una grazia: la disgrazia sta nel negarla invece che nell’assumerla. D’altra parte, Cristo stesso, divenendo carne, ha assunto questo “stato di grazia”. Quest’inno è anche una critica verso una società basata sul consumismo. La povertà richiama l’esigenza di un cuore libero da ogni tipo di