Per una teologia della "chiesa in uscita".

Francesco Giacchetta, Tra gli altri. “Chiesa in uscita”. Appunti teologici di un fedele laico, Cittadella Editrice, Assisi 2015, pp. 151, € 13,50.
È un’interessante lettura della situazione ecclesiale l’ultima fatica editoriale di F. Giacchetta, professore di storia e filosofia al liceo scientifico G. Galilei di Macerata, nonché professore di Filosofia teoretica e di Teologia fondamentale all’Istituto Teologico Marchigiano, aggregato alla Pontificia Università Lateranense, laico e padre di famiglia. L’opera, impreziosita dalla presentazione di Giovanni Ferretti, prende avvio dalla meditazione di alcuni importanti passi dell’Evangelii Gaudium per approfondire, attraverso tre successivi momenti, il paradigma della “Chiesa in uscita” tanto caro a papa Francesco. Il primo momento vede nell’umiltà la condizione imprescindibile di una “Chiesa in uscita” per essere “tra gli altri”. Essa, in primo luogo, permette di riscoprire il potente e necessario lavorio del dubbio in ordine a una fede che si fa apertura continua a quel Deus semper maior e rifiuto di granitiche certezze. In secondo luogo, essa è anche il segno dell’affidamento alla testimonianza dell’annuncio del Vangelo e, dunque, riscoperta del fatto che non si può educare se non si testimonia quotidianamente. Infine, la consapevolezza che l’annuncio del Vangelo da persona a persona costituisca lo stile proprio del cristianesimo. Senza rinunciare alla propria missione, la Chiesa dovrebbe vedere nella fine della cristianità un’opportunità, con il conseguente riconoscimento che il potere politico non possa più rappresentare la via da percorrere per l’evangelizzazione. Il secondo momento è, in realtà, una vera e propria presa di coscienza: per la “Chiesa in uscita” l’unica strada da percorrere per essere “tra gli altri” è quella che passa per l’attualizzazione convinta del Concilio Vaticano II. Per questo non si può fare a meno dell’allocuzione Guadet Mater Ecclesia di Giovanni XXIII, come risorsa nell’interpretazione del Concilio, e della Gaudium et Spes, in quanto costituzione in grado di suggerire contenuti meglio definiti alla nuova evangelizzazione. Il terzo e ultimo momento evidenzia la centralità del fedele laico nel compito di annunciare il Vangelo “tra gli altri”. La “Chiesa in uscita” è qualità di tutto il popolo di Dio e non di una sua parte. Due, in particolare, sono le questioni affrontate: la corresponsabilità del fedele laico e quella della famiglia come soggetto attivo dell’evangelizzazione. L’opera, come è evidente dal titolo, difetta di sistematicità: siamo in presenza di una serie di abbozzi accostati gli uni agli altri. Tuttavia, essi appaiono dei frammenti in cui si può scorgere il tutto di un discorso. Anzi, proprio ciascun frammento va considerato come necessario per una corretta teologia che superi le secche dell’autoreferenzialità perché il frammento è «come una ferita aperta non cicatrizzabile e, perciò, un brano doloroso di verità; ma è anche l’unico che, senza difficoltà, sa fare spazio agli altrui contributi, i quali, secondo la loro dote di profondità e competenza, potranno inserirsi e prolungare i pensieri, generando, così, una solidarietà del logos teologico più grande della coscienza e della volontà di ciascuno» (pp. 20-21). È, pertanto, questa un’opera che, per la sua originale caratteristica formale e materiale, si pone in attesa di contributi che la possano integrare.
(Recensione pubblicata su "Munera. Rivista europea di cultura", 2/2016, Cittadella Editrice, Assisi 2016, pp. 121-122).

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