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Per una nuova intelligenza cristiana dell'eros.

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Tra i libri che ho recentemente letto e apprezzato - indicatomi da un amico - ne segnalo uno di cui ho scritto una recensione che presto sarà pubblicata.  Si tratta dell'opera di  Gilberto Borghi , Dio, che piacere! Per una nuova intelligenza cristiana dell’eros , San Paolo, Cinisello Balsamo 2018, pp. 215, ISBN 978-88-922-1429-3, € 20. È davvero interessante e stimolante l’opera di Gilberto Borghi, pedagogista clinico e insegnante di religione nelle scuole superiori di secondo grado, dal titolo provocatorio Dio, che piacere! Forse, per la prima volta, in Italia ‒ in Francia sono note le opere di Xavier Lacroix e Jain Bastaire ‒ qualcuno tenta di ricomporre il dissidio, tuttora vigente, tra piacere sessuale (erotismo) e fede. L’interesse e lo stimolo che proviene dalla lettura di questo libro sta nel fatto che l’Autore, in ogni capitolo, muove dal racconto di coloro che per primi sono sensibili a tale dissidio: gli adolescenti, che si avvalgono dell’ora di religione. Infatti

Madeleine Delbrêl e il marxismo.

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Forse un aspetto poco noto della testimonianza di Madeleine Delbrêl è il fatto che abbia scelto un lavoro che le consentisse di mantenersi a stretto contatto con i poveri, diventando assistente sociale. Nel 1933, pur restando laica, si consacrò e andò a vivere con un piccolo gruppo di amiche a Ivry-sur-Seine, ‘capitale marxista’, cittadina di operai alla periferia sud di Parigi, dove sugli edifici pubblici non c’era il tricolore, ma la bandiera rossa. Lì si confrontò con un marxismo trionfante, diffuso e capillare. Scelse di vestire abiti comuni, senza assumere una ‘divisa’; decidendo di lasciare la casa offerta dalla parrocchia per affittare un appartamento nel cuore del quartiere operaio, al n. 11 di Rue Raspail. A contatto con gli operai scoprì che i cristiani sono rassegnati all’ingiustizia e che molti dei proprietari delle 310 fabbriche della città sono cattolici che versavano somme ingenti per la costruzione di due nuove chiese, ma ignoravano completamente la miseria dei 43.

Madeleine Delbrêl e la missione della chiesa.

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Madeleine nasce nel 1904 a Mussidan, nella Francia centro–occidentale, in una famiglia borghese e poco praticante. È figlia unica. Suo padre, impiegato nelle ferrovie, si trasferisce spesso da una città all’altra; perciò Madeleine non può seguire un corso di studi regolarmente. Dopo la fanciullezza, abbandona la pratica religiosa tanto che nel 1919 dichiara di essere completamente atea. A 17 anni scrive: ‘Dio è morto… Viva la morte’. Si prefigge l’obiettivo di ‘smascherare l’assurdo’ della fede consolatrice. Nessuna sapienza umana è in grado di soddisfare i suoi tragici e forti ‘perché’: perché il dolore, la malattia, la guerra, la vecchiaia, la morte? In lei convivono, contemporaneamente, lucida disperazione e amore alla vita. A 18 anni s’innamora di Jean Maydieu, un giovane serio, pieno di interessi, intellettualmente e politicamente impegnato, dotato di una profonda vita spirituale che, d’improvviso, decide di farsi frate domenicano. Inizia per lei un periodo fortemente travagl

Carlo Carretto, testimone "ingombrante". Un breve ritratto.

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Carlo Carretto nasce ad Alessandria il 2 aprile 1910, in una famiglia di contadini proveniente dalle Langhe. E’ il terzo di sei figli, di cui quattro si faranno religiosi. La famiglia si trasferisce presto a Torino, in un quartiere periferico, dove c’è un oratorio salesiano che avrà molta influenza sulla formazione di Carlo e su tutta la famiglia. A 18 anni inizia a insegnare come maestro di scuola elementare. Milita nell’Azione Cattolica giovanile torinese, dove entra su invito di Luigi Gedda che ne è il presidente. Nel 1932 consegue la laurea in filosofia e pedagogia, ma continua a insegnare come maestro elementare, prima a Sommaria del Bosco poi a Torino. Nel 1940 vince il concorso per direttore didattico e viene assegnato come tale a Bono, in Sardegna. Dopo poco tempo è dispensato dal suo incarico per contrasti con il regime fascista. Riceve da Roma l’incarico di reggere le fila dell’Azione Cattolica nel Nord Italia. Non avendo aderito al regime, è radiato dall’albo de

Un teologo amato da papa Francesco: Henri de Lubac.

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Henri de Lubac è non solo uno tra i più importanti teologi cattolici del XX secolo, ma anche un uomo la cui vicenda biografica va conosciuta. Nato a Cambrai il 20 febbraio 1896, entrò nella Compagnia di Gesù, a Lione, il 9 ottobre 1913. Fu ordinato presbitero nel 1927 e divenne professore di teologia fondamentale nella facoltà teologica di Lione, dove insegnò dal 1929 al 1950. Nel 1938 pubblicò il suo primo libro Cattolicesimo, gli aspetti sociali del dogma . Egli, in questa opera, mette sotto accusa un’eccessiva tendenza nella chiesa cattolica a concepire la salvezza in termini estremamente individualistici ed evidenzia come una delle caratteristiche della chiesa è quella di essere cattolica, cioè universale. Durante la Seconda guerra mondiale fu costretto a vivere clandestinamente per la sua partecipazione alla resistenza francese. In quegli anni, in particolare nel 1942, fondò con l’amico Jean Daniélou la prestigiosissima collana Sources Chrétiennes che permise la pubblica

A 50 anni dalla sua morte. Ritratto di Romano Guardini.

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Romano Guardini nacque a Verona, il 17 febbraio 1885, da Romano Tullo e da Paola Maria Berardinelli, entrambi appartenenti ad agiate famiglie di commercianti. Un anno dopo la nascita i genitori si trasferirono a Magonza, per gestirvi una filiale della ditta di famiglia e dove; nel 1910, inoltre, il padre vi venne nominato console d’Italia. Nel 1903, terminati con ottimi risultati gli studi secondari, egli si iscrisse alla facoltà di chimica nell’Università di Tubinga, per poi passare, nel 1905, a quella di scienze politiche a Monaco. Sebbene egli non si appassionasse neppure a questi studi, il periodo trascorso a Monaco gli servì per ampliare la sfera dei suoi interessi: seguì, infatti, lezioni di logica, gnoseologia e psicologia, e frequentò i circoli artistici e culturali della città. Nel 1906 Romano si trasferì a Berlino, dove seguì il corso di filosofia di G. Simmel e di storia dell’arte, giungendo alla consapevolezza che le precedenti scelte non corrispondevano né ai suoi

Ma più grande è l'amore!

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Dario Cornati , «Ma più grande è l’amore». Verità e giustizia di agape, Queriniana, Brescia 2019, pp. 429, ISBN: 978-88-299-0495-9, € 33,00. È un denso e impegnativo libro l’ultima fatica editoriale di Dario Cornati, sacerdote milanese e docente presso la Facoltà Teologica dell’Italia settentrionale, che mette a tema una questione che sta da diverso tempo a cuore la teologia: l’amore o, per meglio usare il termine usato nell’opera, l’affezione. A partire da un’intuizione lanciata diverso tempo fa da un grande teologo come Hans Urs von Balthasar, per il quale «l’amore è più ampio dell’essere, è il trascendentale in assoluto che riassume la realtà dell’essere, della verità e della bontà» ( Solo l’amore è credibile ), il teologo opera un itinerario nella storia della filosofia che punto dritto ad un ricostruzione «di una metafisica della verità e della giustizia dell’amore, finalmente apprezzato come il nome stesso dell’essere, o se preferite: come il senso più affidabile e il fond