A 50 anni dalla sua morte. Ritratto di Romano Guardini.

Romano Guardini nacque a Verona, il 17 febbraio 1885, da Romano Tullo e da Paola Maria Berardinelli, entrambi appartenenti ad agiate famiglie di commercianti. Un anno dopo la nascita i genitori si trasferirono a Magonza, per gestirvi una filiale della ditta di famiglia e dove; nel 1910, inoltre, il padre vi venne nominato console d’Italia. Nel 1903, terminati con ottimi risultati gli studi secondari, egli si iscrisse alla facoltà di chimica nell’Università di Tubinga, per poi passare, nel 1905, a quella di scienze politiche a Monaco.
Sebbene egli non si appassionasse neppure a questi studi, il periodo trascorso a Monaco gli servì per ampliare la sfera dei suoi interessi: seguì, infatti, lezioni di logica, gnoseologia e psicologia, e frequentò i circoli artistici e culturali della città. Nel 1906 Romano si trasferì a Berlino, dove seguì il corso di filosofia di G. Simmel e di storia dell’arte, giungendo alla consapevolezza che le precedenti scelte non corrispondevano né ai suoi interessi né alle sue capacità; in questo periodo, inoltre, si chiarì la sua vocazione sacerdotale. Tuttavia, invece di entrare subito in seminario, chiese di poter continuare gli studi e, nell’estate del 1906, si iscrisse all’Università di Friburgo, passando, poco dopo, alla più qualificata Facoltà teologica di Tubinga.
Qui venne in contatto con la profonda crisi aperta nella Chiesa dal modernismo; il suo professore di teologia dogmatica, W. Koch, venne privato della cattedra per sospette simpatie moderniste. Romano fu scosso dalla controversia modernista e, pur vedendo i limiti del ‘movimento’, ne comprese l’anelito di rinnovamento del pensiero teologico. Nell’ottobre del 1908 entrò in seminario a Magonza e il 28 maggio 1910 fu ordinato sacerdote.
Seguirono anni di ministero pastorale come cappellano a Heppenheim an der Bergstrasse, a Darmstadt, a Worms e, infine, a Magonza. Questi frequenti cambiamenti implicarono anche impegni per lui di diverso tipo. Da segnalare è il fatto che nell’abbazia di Beuron, negli anni del seminario, venne in contatto con il movimento liturgico, che lo influenzò profondamente tanto da scrivere ‘Lo spirito della liturgia’, il libro indubbiamente più letto fra tutte le sue opere.
Nell’ottobre del 1912 ottenne di poter continuare gli studi universitari a Friburgo e, nel 1915, si laureò con una tesi sulla della dottrina della redenzione in Bonaventura. Il 1915 fu, inoltre, un anno molto difficile per la famiglia Guardini: il padre dovette lasciare in tutta fretta la Germania per rifugiarsi in Svizzera da dove cercò di mantenere i contatti commerciali con la sua azienda.
Romano, costretto a occuparsi delle cose di famiglia, dovette poi svolgere, dall’autunno del 1916 alla primavera del 1918, il servizio militare come infermiere nell’esercito tedesco. Intanto, già dall’agosto del 1915, gli era stata affidata la direzione dell’organizzazione giovanile ‘Juventus’. In essa vi si radunavano, perlopiù, i giovani studenti cattolici di Magonza.
Presso l’Università di Bonn ottenne la libera docenza con una tesi su Bonaventura e iniziò la sua carriera accademica. Qui venne in contatto con il circolo del filosofo M. Scheler e conobbe M. Buber. Nel 1920, durante la Pasqua, fu invitato presso il castello di Rothenfels, dove si riunivano i partecipanti al movimento giovanile Quickborn che, sorto nel 1913, si era sviluppato fino ad arrivare, nel 1917, a quasi 7000 iscritti.
Dopo quest’incontro, l’impegno nel movimento giovanile fu prioritario tanto che dal 1927 ne divenne il direttore spirituale. Rothenfels, nel giro di pochi anni, divenne un importante centro culturale e spirituale per la gioventù cattolica e anticipò di quasi mezzo secolo alcuni degli sviluppi del concilio Vaticano II. Nel 1923 fu chiamato dall’allora ministro dell’Istruzione C.H. Becker a ricoprire la cattedra di ‘Katholische Weltanschauung’ presso l’Università di Berlino.
Romano ebbe notevoli difficoltà a inserirsi in un’università prevalentemente protestante, che manifestò sempre un atteggiamento di rifiuto e di disinteresse verso il suo insegnamento. Ulteriori difficoltà incontrò, poi, nel definire la materia del corso. Importante, a questo riguardo, fu il suggerimento di M. Scheler di partire dal commento a testi della cultura occidentale per spiegare il punto di vista cristiano; non lezioni sistematiche, dunque, ma incontri con figure della storia, della cultura, della letteratura, per farne emergere le aspirazioni della loro epoca e confrontarle con il messaggio cristiano.
Da queste lezioni, che attirarono un pubblico sempre più vasto, andando al di là dei confini universitari, sarebbero fortunatissime opere su Socrate, Agostino, Dante, Pascal, Hölderlin, Kierkegaard, Dostoevskij e Rilke. Da segnalare è, inoltre, la sua opera maggiore ‘Il Signore’, una monografia su Gesù Cristo. Nel 1939 la cattedra venne soppressa dalla polizia nazista e Guardini si ritirò volontariamente in pensione.
Nell’estate del 1943, poi, si rifugiò presso un amico, in una piccola parrocchia dell’Allgau bavarese. Dopo la guerra, nel 1945, venne istituita, nell’Università di Tubinga, una cattedra ad personam di Katholische Weltanschauung che Guardini ricoprì fino al 1948 quando fu trasferita presso l’Università di Monaco, dove insegnò fino al 1963, al di là dei previsti limiti di età. Nel 1965 Paolo VI gli offrì la porpora cardinalizia, ma Romano., ormai ottantenne, la rifiutò. Morì a Monaco di Baviera il 1° ottobre 1968.
Articolo pubblicato su ww.korazym.org

Post popolari in questo blog

Sinodo '23-'24: primo (parziale) bilancio.

Il gioco in Aristotele

Edith Stein: una grande donna!