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La povertà secondo David Maria Turoldo.

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D.M. Turoldo, Profezia della povertà , Servitium, Milano 2012, pp. 110, € 11. È un grande merito di Espedito D’Agostini aver raccolto diversi frammenti in prosa di padre David Maria Turoldo sulla povertà. Leggendo l’opera sembra di entrare, a poco a poco, all’interno di un inno composto da un meraviglioso e stupendo mosaico di testi, le cui differenze non intaccano la piacevolezza del discorso. Turoldo introduce il lettore nel grande mistero di una povertà che è portatrice di vita. Il suo è uno sguardo penetrante e incisivo sulla condizione permanente e costitutiva di ogni essere umano: nessuno è sufficiente a se stesso e ciascuno ha bisogno degli altri. Ecco perché la povertà appare – ed è – una grazia: la disgrazia sta nel negarla invece che nell’assumerla. D’altra parte, Cristo stesso, divenendo carne, ha assunto questo “stato di grazia”. Quest’inno è anche una critica verso una società basata sul consumismo. La povertà richiama l’esigenza di un cuore libero da ogni tipo di

Per una teologia della speranza. Breve ritratto di Moltmann.

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Jürgen Moltmann, teologo tuttora vivente, è nato nel 1926 ad Amburgo in una famiglia protestante liberale alquanto secolarizzata, nella quale, a suo dire, Lessing, Goethe e persino Nietzsche erano più letti della Bibbia. I suoi interessi culturali adolescenziali erano focalizzati sulla fisica. Prima però di potersi iscrivere all’università viene arruolato nella Wehrmacht e nel luglio 1943 visse, come addetto a una batteria contraerea, il violento bombardamento di Amburgo. Il commilitone che gli era accanto cadde, ucciso. Dopo una breve esperienza al fronte, venne fatto prigioniero nel 1945 e trascorse tre anni in prigione, prima in Belgio e poi in Scozia. In questi tre anni di prigionia nacque e si approfondì in lui l’interesse per la fede cristiana. Lesse intensamente la Bibbia, dialogò con compagni di prigionia e, perlopiù cristiani britannici, maturando una vocazione cristiana. Rientrato in Germania nel 1948, si iscrisse alla facoltà di teologia di Gottinga e prese la decisione

Per un incontro con la teologia ortodossa. Breve ritratto di Bulgakov.

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Nato a Livny, in Russia, nel luglio del 1871, dopo una spontanea e intensa vita religiosa nell’infanzia, passa attraverso una crisi che lo travaglia dai dodici/tredici anni sino all’età di circa trent’anni. Frequenta la facoltà di giurisprudenza dell’Università di Mosca dedicandosi alle scienze sociali, lavorando poi per due anni presso la cattedra di economia politica e statistica e viaggiando attraverso l’Europa. È in questi anni che avverte il fascino del marxismo, per la congiunzione in esso di elementi scientifici e utopistici, che ben si collegano all’accentuato messianismo politico tipico della cultura slavo-russa. Nel 1897 pubblica il suo primo libro ‘Sui mercati nella produzione capitalista’ che fa di lui uno dei giovani marxisti russi più promettenti e influenti. Ritorna intanto impellente in lui, soprattutto a contatto con il mondo naturale e l’esperienza estetica, la percezione di realtà irriducibili alle leggi economiche e al mondo materiale: è del 1898, durante i

"Come loro": René Voillaume e l'eredità di Charles de Foucauld.

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René Voillaume nasce il 19 luglio 1905 a Versailles, in una numerosa famiglia di origini lorenesi. Il padre, Charles, è ingegnere e il suo lavoro lo porta spesso lontano da casa. La madre, Marthe Wagner, è una donna forte e riservata, profondamente religiosa. René ha nove anni quando scoppia la Prima Guerra mondiale. Mentre il padre si trova al fronte, la famiglia risiede per cinque anni a La Bourboule, una località di villeggiatura a sud di Clermont-Ferrand, conosce l’abbé de Fraissinette, sacerdote di grande valore umano e spirituale, che lascerà una traccia profonda nella vita del giovane Voillaume. Terminata la guerra, la famiglia ritorna a Versailles. René frequenta da esterno il collegio Saint-Jean-de-Béthune, retto dai Padri Eudisti. In un primo tempo egli pensa di intraprendere gli studi tecnici e di diventare ingegnere, ma progressivamente si manifesta in lui l’attrattiva per la vita religiosa. Nel dicembre 1921 vive una forte esperienza spirituale, davanti all’Eucaristia

Charles de Foucauld e il mistero della vita nascosta in Cristo.

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Charles de Foucauld nasce a Strasburgo nel 1858. Famiglia borghese, educazione religiosa, ma a 16 anni si allontana dalla fede. A fargli scegliere la carriera militare, nella celebre scuola di Saint-Cyr, non ci sono grandi ideali: semplicemente, non sa cosa fare. Infatti, diventa un pessimo soldato: insofferente alla disciplina. Charles è più sensibile alle "strategie della dolce vita" che a quelle militari. Quando ne ha voglia, lascia la caserma per andare a gozzovigliare con amici e amiche (ha un’amante, Mimi) in un appartamento lussuosamente arredato con i soldi ricevuti da una cospicua eredità. Poiché i forte rimproveri e i severi rapporti dei superiori non lo fanno cambiare, l’esercito decide di liquidarlo e, quindi, abbandona il suo reggimento "i cacciatori d’Africa". Lo scavezzacollo, la ‘pecora nera’ della famiglia de Foucuald, decide di ritornare sui suoi passi quando apprende che i suoi amici sono in Algeria a sedare un’insurrezione. Ottenuto il reint

Giuda Iscariota, l'apostolo traditore.

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Durante la Settimana Santa faremo memoria dell’evento della salvezza. Tuttavia, c’è un dettaglio che talvolta sfugge: tale evento si compie in virtù, attraverso un tradimento. Giuda, apostolo scelto dal Signore, i quattro vangeli sono concordi su questo, tradisce Gesù. Come mai? Perché? Difficile dare una risposta se stiamo ai testi. Non abbiamo neanche un minimo accenno, una piccola traccia che ci permette ci capire il motivo per cui Giuda abbia deciso di voltare le spalle al Maestro. Per questo il tradimento di Giuda rimane un mistero, qualcosa di incomprensibile. D’altronde ogni tradimento in qualsiasi ambito (amicizia, professione, famiglia/amore) è in-giustificabile, nel senso che la ragione fa fatica a comprenderlo.  Quello che sappiamo su Giuda è che lui era uno dei Dodici, quindi uno delle persone più vicine a Gesù. E inoltre egli tradisce con un gesto che esprime vicinanza, prossimità, intimità: un bacio. Ciò sta ad indicare quella paradossale sproporzionalità insita in q

Le ceneri: il suo significato simbolico.

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L’imposizione delle ceneri: un gesto che apre la Quaresima. Apparentemente un gesto che potrebbe dare adito a risonanze tristi, tanto più che una delle formule che accompagna la stessa imposizione recita così:  ‘Ricòrdati che sei polvere, e in polvere tornerai’. Segno, dunque, di quella fragilità, di quella debolezza che è connaturata all’uomo. Eppure le ceneri, proprio perché hanno questo significato, nascondono anche un altro inconsueto e bello. La Sacra Scrittura ci dice che tra l’ ‘adam’ (uomo) e l’ ‘adamà’ (terra) c’è una parentela, c’è un legame. Certo entrambi sono destinati alla morte.  La terra finirà, così come l’uomo muore. Ma c’è anche un altro aspetto da considerare. La terra, il cosmo intero, ci dice San Paolo in un passo noto di una sua lettera, attende, gemendo e soffrendo, il giorno in cui sarà rinnovata. Potremmo dire che sotto la cenere c’è la brace che è costituita da un forte e intenso desiderio, sepolto nel cuore dell’uomo e nel mistero del cosmo: il desideri