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Teologia del gioco: il mio nuovo libro!

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Perché il fenomeno ludico può essere un vero e proprio “trattato” di teologia? Cosa ha a che fare il gioco con la teologia? Apparentemente sembra esserci una distanza, se non addirittura, date certe idee, un abisso tra gioco e teologia. In realtà indagando il ludus nei suoi diversi aspetti si può agevolmente dimostrare il guadagno per la teologia dell’assunzione della “categoria” del gioco, dopo aver chiarito in cosa consista il fenomeno umano. Inoltre mettendoci sulle spalle di giganti in teologia, come Jürgen Moltmann, Hugo Rahner, Klaus Hemmerle, con loro e mai contro di loro, si può proseguire il discorso teologico. In effetti è possibile sondare l’ambito biblico, recuperare alcuni frammenti di teologia ludica sparsi in due mila anni di pensiero e, infine, mettere in luce quei motivi di estetica ludica che possono essere a fondamento di una strutturata e argomentata proposta teologica. Così facendo viene fuori un’opera dal forte carattere interdisciplinare che dà dignità ad un fen

Rifare i preti? Dialogo con Enrico Brancozzi.

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 É da poco uscito in libreria il testo di Enrico Brancozzi dal titolo Rifare i preti. Il libro è davvero interessante e contiene dal punto di vista teologico-pastorale una proposta che andrebbe presa sul serio. In questa sede vorrei tentare di dialogare sul tema con l’autore . Un primo punto che condivido sta nel fatto che occorre prendere coscienza della fine della cristianità e per questo va ripensata la formazione presbiterale — la formazioni iniziale si intende perché quella permanente, benché in una marea di documenti magisteri ali esista, di fatto in Italia è poco sviluppata. L’idea è giusta e corretta perché la forma della Chiesa influenza necessariamente la formazione presbiterale, sia in modo positivo sia in negativo. Tuttavia non esiste un’esigenza di “fare” i preti perché per 1500 anni circa i seminari non sono esistiti e di preti, bravi e santi ce ne sono stati. L’esigenza semmai è quella di discernere e scegliere all’interno del Popolo di Dio alcuni per il presbiterato

Deontologia del fondamento.

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È davvero un bel libro quello uscito presso Giappichelli Editore che riproduce una serie di conferenze tenute da un noto teologo italiano Pierangelo Sequeri, già Preside della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale e attualmente Preside del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II. Il titolo fa comprendere molto bene quale tema viene sviluppato in queste poche e fruibili pagine: tentare di elaborare un contrappunto all’ontologia del fondamento. Purtroppo per secoli la filosofia ha pensato una metafisica sganciata dal problema della more e la teologia ha subito il fascino di questa “perversione”. Se è stato coltivato il problema della morale in ambito metafisico, lo si è fatto per pensare la questione del male, oggi dopo l’Olocausto neanche più dibattuta. Per poter praticare una deontologia del fondamento occorre recuperare l’ordine degli affetti, l ’ ordo amoris , ovvero, per utilizzare un linguaggio caro a Sequeri, chiedersi e, dunque, pensare come deve essere l’ente/l’essere per e

Fratello Dio.

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  È da qualche mese uscito un bel libro che celebra uno dei più noti teologi italiani, Pierangelo Sequeri, attualmente per volontà di papa Francesco Preside del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II, per tanti anni professore alla Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale di cui è stato anche Preside. In questo volume, che riprende nel titolo una delle canzoni del teologo milanese   – come è noto egli è stato ed è un compositore –, discepoli, colleghi e amici riprendono un aspetto della sua abbondante produzione teologica e sviluppano, delineando in sintesi l’originalità di una teologia made in Italy , meglio made in Milan . Il risultato è una serie di saggi che talvolta servono ad introdurre al pensiero di Sequeri talvolta entra no in dialogo con esso e cercano di portare avanti il discorso. Sei sono le parti e quindi i focus che i curatori dell’opera, Dario Cornati ed Ezio Prato, aprono (coscienze credente e fenomenologia di Gesù, l’altro moderno, simbolico/artistico/musicale, dik

Oltre la crisi. Per un'estetica politica.

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(tratto dal mio libro Introduzione alla vita cristiana di un politico ) Sguardo sul presente: l’attuale crisi e l’urgenza di una nuova politica La crisi che investe il nostro tempo è una crisi finanziaria ed economica. Tuttavia va sottolineato che essa è anzitutto una crisi antropologica e, dunque, politica. Se il profitto, la ricchezza diventano gli altari sopra i quali tutto e tutti, perfino la gestione della res publica , devono essere sacrificati, allora la politica ha perso la sua caratteristica principale e, cioè, di essere in primis un’arte. In questo nostro breve saggio tenteremo di descrivere un fenomeno nuovo che può sorgere dalla attuali ceneri. Scriveva Johannes Althusius quattro secoli fa nella sua capitale opera Politica methodice digesta : « politica est homines ad vitam socialem inter se constituendam, colendam et conservandam consociandi ». La politica, pertanto, si connota non per essere una scienza o una tecnica ma – lo ripetiamo – un’arte! Essa ha a che fare con la

La vera laicità.

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(tratto dal mio libro Introduzione alla vita cristiana di un politico ) Gn 1,1-3: “ In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu ”. Per parlarti di laicità, caro politico, avrei potuto presentarti la ben nota pagina evangelica nella quale Gesù afferma: “ Date a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio ”( Mc 12,17). Preferisco partire da questo testo, tratto dalla Genesi, per sottolineare che la laicità è inscritta nell’atto stesso di creare. Sì perché Dio nel creare non solo permette che delle res, delle cose siano, ma perché permette a quelle cose di non essere confuse con Lui, con la sua persona, con la sua maestà, con la sua gloria. La luce, l’acqua, la terra sono realtà buone, belle, ma non sono Dio. Questa è la laicità vera: Dio non è la luce, l’acqua, la terra, non è, in altri termini, una res creata, ma è Altro. Qui si

Ripartendo dalla bellezza. I cattolici e la politica.

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  Oggi, nell’attuale contesto economico e politico, si fa un gran discutere su ciò che si può o ciò che si deve fare per uscire dall’attuale crisi. Il rischio, però, che si va profilando sta nel fatto che, misconoscendo la sua radice fondamentalmente antropologica, l’attuale situazione si aggrovigli ancor di più, non riuscendo così a dipanare l’intricata matassa. Detto in altri termini, si può andare oltre questo aevum solo facendo leva su una visione dell’uomo. L’uomo è attratto da ciò che unisce più da ciò che divide. L’uomo anela, aspira alla bellezza. E’ questa l’intuizione che sta dietro l’appendice di Introduzione alla vita cristiana di un politico. Pagine della Sacra Scrittura per un amministratore del bene pubblico (Edizioni Segno, 6 euro). Essendo la nostra un’epoca in cui il ‘particolare’ chiede e rivendica spazio a discapito dell’ ‘universale’, occorre trovare un progetto per il quale tutti, credenti e non, possono impegnarsi. Questo progetto comune non può che essere il b