Il pianto di Gesù


“Gesù scoppiò in pianto” (Gv 11,35)

Questo versetto tratto dal Vangelo di Giovanni racchiude in sé una straordinaria ricchezza. Essa è il versetto più corto di tutta la Sacra Scrittura e lega il pianto a Gesù, al Figlio di Dio. Questo versetto è situato nell’episodio della morte e risurrezione di Lazzaro, grande amici di Gesù. Dio, facendosi carne, assume ogni aspetto della nostro umanità che comprende i più diversi toni emozionali e di fronte alla morte di un amico, di una persona cara e amata, come è naturale che sia, piange. E’ paradossale, fuori da ogni logica umana, ma Gesù, vero uomo e vero Dio, piange e, allo stesso tempo, piangendo ci insegna qualcosa di sublime sulla nostra umanità! Anche il pianto per un amico entra nel mondo di Dio, ne fa parte a tutti gli effetti e diventa qualcosa si sacro, di divino. Il pianto in Gesù, Verbo fatto carne, diventa un modo, uno strumento, un linguaggio che ogni uomo ha per esprimere qualcosa di Dio. D’altronde non può essere diversamente se Dio ha cura, ama l’uomo che, in Gesù, nel Figlio, è diventato suo figlio. Che bella Scrittura che ci fa scoprire il volto di un Padre che piange per noi! Ogni uomo è nel cuore di Dio; su ogni uomo Dio riversa il suo amore straordinariamente paterno!

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