Il Triduo pasquale: mysterium salutis.

Si avvicinano i giorni del Triduo Pasquale, centro di tutto l’anno liturgico, e quello che colpisce è costituito dall’abbondanza della Parola di Dio. A ben vedere, infatti, sono questi i giorni in cui la parte predominante della liturgia è occupata dalla Sacra Scrittura. Perfino la stessa Veglia pasquale, “madre di tutte le veglie”, con le sue sette letture proclama un primato che è incontrovertibile: per fare memoria di un evento, dell’evento della nostra salvezza, non si può fare a meno della Parola. È come se la Chiesa affermasse la sua “incapacità” di gesti all’altezza dell’evento di cui fa memoria e, per questo, si pone in ascolto. A ben vedere la Settimana Santa inizia (la “Passio” proclamata nella Domenica delle Palme) e termina (la “Passio” proclamata il Venerdì Santo) con la Parola e la Veglia pasquale non fa altro che raccontare quella storia della salvezza che ha raggiunto il suo apice nella morte e risurrezione di Gesù. Questa “povertà” è davvero sorprendente e permette di capire che quell’evento, unico e irripetibile, che di anno in anno viene narrato incessantemente, è un evento che deve essere ascoltato perché, con il tempo, possa trasformarsi in una testimonianza ‒ la nostra! ‒ di vita amata e offerta. Non ci sono gesti da compiere, ma ci sono sensi da risvegliare, sensi da illuminare perché il nostro sguardo, il nostro udito, il nostro tatto siano affinati e in grado di cogliere il mistero pasquale presente nella nostro storia. D’altronde Gesù, una volta risorto, appare, come attestano i Vangeli, con i segni della croce. La storia non è scritta daccapo, ma è rinnovata: nella sofferenza della croce siamo invitati a vedere la grazia della risurrezione e nella gioia della risurrezione non possiamo dimenticare la croce. Croce e risurrezione, un unico evento, che la liturgia del Triduo pasquale, ci propone di ascoltare per chiederci: tu che risposta puoi dare di fronte ad un amore così grande? Sì, perché un Dio che si fa carne per morire in croce per amore dell’uomo è inimitabile, è irraggiungibile, ma possiamo, pur con tutti i limiti, offrire una risposta d’amore. All’Amore possiamo rispondere con amore. Quanto è bello ogni anno ascoltare quanto amore Dio ha avuto per noi!

Post popolari in questo blog

Per una teologia del gioco

I personaggi del racconto della Passione (4). Il potere di fronte a Gesù.

I personaggi del racconto della Passione (1). La folla.