Ognissanti: per una santità della porta accanto.
La solennità di tutti i
santi è un’occasione alquanto particolare per riflettere su quella che il
Concilio Vaticano II ha definito come la vocazione di ogni battezzato. Ancor
prima che un catecumeno possa consacrarsi (sacerdozio, vita consacrata,
matrimonio) esiste una comune vocazione alla santità. Detto in altri termini
tutti siamo chiamati a diventare santi. Attenzione: diventare, non essere!
Perché santi lo siamo in forza del Battesimo che ci ha santificati, cioè ci ha
messo nella condizione di persone salvate, persone redente. Sotto questo
profilo sarebbe interessante rileggere le finali delle lettere di Paolo che
saluta i santi che sono nella comunità alla quale scrivere. La santità è,
pertanto, un processo da portare a maturazione: dall’essere al diventare, dove
noi non siamo e non possiamo essere coloro che misurano la santità altrui.
Anche perché questo processo può accadere in tempi, luoghi diversi, con persone
differenti. Basta vedere la grande varietà di santi e sante che abbiamo! A noi,
però, spetta una cosa: riconoscere e gioire per la santità. In “Gaudete et
esxultate” papa Francesco ci invita a cambiare il nostro sguardo: c’è una
santità della porta accanto che dobbiamo imparare a vedere. C’è una santità che
è fatta di gesta eroiche, come solo lo Spirito santo sa suscitare, ma c’è anche
una santità che è fatta di piccole azioni: un sorriso donato anche quando nel
nostro cuore c’è il buio, un aiuto dato nel momento del bisogno senza ricevere
nulla in contraccambio, una vicinanza discreta e sobria fatta di attenzione e
premura verso chi soffre, una lacrima asciugata, una gioia condivisa. L’elenco
potrebbe proseguire, ma ogni cristiano, nel contesto in cui vive e opera, sa
cosa è possibile fare ora e qui. Sì, perché la santità non è una grande teoria,
ma è una questione di carattere pratico: la santità si fa, si compie, mostrando
una bellezza che non abbaglia, ma riscalda, suscita entusiasmo e converte. Ecco
perché la Chiesa ci dona una solennità nella quale confortarci della
testimonianza di tanti cristiani nel mondo. Sotto questo profilo nel Prefazio
diremo: “confortati dalla loro testimonianza, affrontiamo il buon combattimento
della fede per condividere al di là della morte la stessa corona di gloria”.
Buon combattimento!
Pubblicato su www.korazym.org.