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I paradossi del cattolicesimo borghese (4). La mancanza di un'autorità nella Chiesa.

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  Anche nella Chiesa, dove si dovrebbe vivere da figli rivolti ad un Padre, si vive quella tendenza tipica della cultura contemporanea che ha liquidato i padri. E questo non solo perché i figli vogliono fare a meno dei padri, ma anche perché i padri non sanno essere tali. Occorre recuperare il senso dell’avere un’autorità, cioè qualcuno che sappia far crescere, far maturare il popolo di Dio. San Benedetto nella sua Regola scrive a proposito dell’abate che egli deve giovare più che comandare. Oggi molti, troppi comandano nella Chiesa, ma non giovano. L’autoritarismo è un vizio diffusissimo nella Chiesa. D’altronde come potrebbe essere possibile un nuovo modo di esercitare l’autorità se non ci sono esempi, modelli? E’ questo un campo tutto da esplorare! Il "successo” popolare di papa Francesco mette in risalto proprio questo: se c’è un leader , che con gesti autentici e parole forti, esprime vicinanza, prossimità, accoglienza, solidarietà, allora egli può permettersi di chiedere a t

I paradossi del cattolicesimo borghese (3). Il peso della storia e la difficile riforma della Chiesa.

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  La Chiesa attuale è così perché ha alle spalle una storia che pesa. Questa storia è perlopiù costituita da quel particolare e intricato rapporto che si è instaurato con lo Stato tanto che essere suddito o cittadino voleva dire essere cattolico e viceversa. Oggi, in un sistema di libertà religiosa e di pluralismo religioso, non è possibile l’equivalenza cattolico = cittadino. Mentre qualche secolo fa in uno Stato vi era una sola confessione cristiana o al massimo due, oggi vi possono essere più confessioni cristiane, più religioni, perfino chi non crede. Tutto questo pone dei grandi problemi alla trasmissione della fede. Essa, prima, era garantita da un sistema giuridico che la imponeva fin dalla nascita: non si sceglieva di essere cattolico, lo si era perché nascevi in quel determinato Stato. Nel giro di pochi secoli, quindi, si è passati, all’interno di uno Stato, dall’essere una maggioranza all’essere minoranza. Questo ha ripercussioni anche e soprattutto a livello ecclesiale perch

I paradossi del cattolicesimo borghese (2). Grazia e natura: una lezione non compresa!

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  Per un momento chiediamoci : «Che cosa è la grazia?». Senza fare il resoconto delle risposte che la chiesa, nel corso dei secoli, ha dato, possiamo definire la grazia, dal punto di vista antropologico, come il naturale desiderio di vedere Dio. Essendo questo, come ha sottolineato il grande teologo de Lubac ormai più di sessanta anni fa, un desiderio proprio di ogni uomo, un desiderio ,cioè, che è inscritto nella natura di ogni uomo, la grazia è data a tutti. Questa semplice affermazione ha una portata teologica straordinaria e per questo quando venne evidenziata dal noto gesuita francese attirò asprissime critiche. Per comprendere le implicazioni di questa definizione facciamo delle domande: «Perché, se la grazia è universale, alcuni sono cristiani e altri no? Perché, nella chiesa, dopo anni di discernimento, alcuni sono consacrati ministri e altri no? A cosa serve il discernimento vocazionale?». Il problema che sta dietro a queste domande sta nel fatto che noi pensiamo e agiamo “sec

I paradossi del cattolicesimo borghese (1): evviva l'etica .... ma non troppo!

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    In queste brevi riflessioni voglio evidenziare alcune storture dell’attuale modo di essere cattolici. Queste storture vengono qui chiamati paradossi, benché il senso etimologico della parola lo sconsiglierebbe, e sono tipiche di un cattolicesimo borghese, cioè di quel cattolicesimo praticato e vissuto nei Paesi che economicamente sono più avvantaggiati. L’individuazione di questi paradossi non vuole essere una critica, ma una presa di coscienza, un rendersi conto di ciò che svilisce o abbrutisce la testimonianza dei cattolici in quei Paesi. Ci si colloca, pertanto, dentro un punto di vista che è interno alla Chiesa, perché proviene dall’esperienza e dalla riflessione nella Chiesa e sulla Chiesa, ma che è allo stesso tempo esterno, facendo proprie le ragioni di coloro che, pur affascinati dal Vangelo, sono fuori dalla Chiesa. Il primo paradosso che vorrei affrontare lo vorrei intitolare così: " Evviva l’etica ma … non troppo!" .   I cattolici amano parlare dell’etica. Tutt

Approfondendo ‘Amoris laetitia’: per una spiritualità coniugale

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Uno dei capitoli più interessanti e significativi di tutta l’esortazione postsinodale ‘Amoris laetita’ è probabilmente il capitolo nono, l’ultimo capitolo dal titolo “Spiritualità coniugale e familiare”. Sembra strano ma, se è vero che la Chiesa in tanti anni della sua storia ha parlato della famiglia e del matrimonio, è altrettanto vero che la verità della famiglia e del matrimonio non è qualcosa di astratto. Ecco perché c’è bisogno di un’attenzione alla spiritualità, cioè ad un vissuto quotidiano fatto di fede, di speranza e carità. E in questo campo è davvero all’opera la fantasia dello Spirito perché, se esiste una spiritualità che deriva dal sacramento del matrimonio che è per ogni coppia lo stesso, ogni famiglia è diversa e, quindi, esistono molteplici e differenti modi di vivere la grazia ricevuta nel sacramento. “La spiritualità matrimoniale – scrive papa Francesco – è una spiritualità del vincolo abitato dall’amore divino (n. 315). Una comunione familiare vissuta bene è un ver

Approfondendo ‘Amoris laetitia’: il discernimento.

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  Papa Francesco, attraverso una lunga citazione tratta dalla ‘Summa Teologica’ di Tommaso d’Aquino, motiva la volontà di non ricorrere ad una nuova disciplina canonica, per coloro che si trovano in situazioni irregolari, perché “è meschino soffermarsi a considerare solo se l’agire di una persona risponda o meno ad una legge o ad una norma generale” (n. 304). La corrispondenza o meno ad una norma canonica non basta a discernere e ad assicurare una piena fedeltà a Dio nell’esistenza concreta di un essere umano. Ecco perché, nel caso di “coppie irregolari”, il pontefice, più che privilegiare la via canonica, ha preferito la via pastorale. Detto in altri termini, Francesco invita la Chiesa a fare discernimento. Non è Vangelo giudicare se la vita di una persona corrisponda a ciò che una legge esige, ma è Vangelo valutare la vita di una persona per comprendere “quali sono le stradi possibili di risposta a Dio e di crescita attraverso i limiti” (n. 305). Per il Papa, “ credendo che tutto sia

Approfondendo ‘Amoris laetitia’: l'amore.

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Con questo articolo vogliamo iniziare una serie di approfondimenti sull’esortazione post-sinodale di papa Francesco ‘Amoris laetitia’. Questa volta vogliamo soffermarci sul termine che è presente nel titolo stesso del documento e ne costituisce il filo rosso che lega i nove capitoli: l’amore. L’unica possibile via d’accesso, infatti, per parlare del matrimonio e della famiglia è l’amore. Non è un caso che il capitolo più lungo, dunque, il capitolo più importante di tutta l’esortazione sia il quarto capitolo dedicato all’amore nel matrimonio. Il papa, pertanto, con questa esortazione vuole farci capire che ciò di cui un uomo e una donna dovrebbero occuparsi, prima ancora del generare dei figli, è il legame che li unisce. Molto spesso – ed è Francesco a dirlo – si è posto l’accento sull’aspetto procreativo del matrimonio dimenticando che esso ci può essere solo se c’è l’aspetto unitivo. Detto in altri termini i figli sono una conseguenza, sono il segno dell’amore che lega un uo